Note in nona è stato un contenitore di esperienze musicali variegate (classica, folk contemporanea, jazz), il cui filo rosso è stata la realizzazione di un circolo virtuoso tra generi musicali, alla ricerca di un nucleo comune.
La manifestazione ha preso l’avvio con una serata all’insegna della cultura romanesca: ‘Na voce antica‘, concerto proposto dal Quartetto Ciommei, D’Alfonso, Pezzella, Zoia (Francesca Ciommei canto, Alberto D’Alfonso flauto, Francesco Pezzella voce recitante, Bruno Zoia contrabbasso), compagine musicale specializzata nel coniugare i brani più famosi della tradizione romanesca (dal ‘700 alle canzoni di Petrolini, Romolo Balzani e Mario Ruccione) con un florilegio di poesie di Giuseppe Gioachino Belli e di Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri detto Trilussa.
Il secondo incontro è stato dedicato alla musica classica: da Venezia a Vienna tra Vivaldi e Haydn, un percorso musicale all’interno di due delle capitali della musica del 700: da una parte la sfavillante e poliedrica bellezza del linguaggio vivaldiano, dall’altra il rigore e la profondità del grande Haydn, stimato ed ammirato persino dal divino Mozart.
In programma il concerto per violoncello e archi di Franz Joseph Haydn e Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi nella trascrizione per quintetto d’archi (violino I e II, viola, violoncello, contrabbasso) del M° Marco Algenti. Esegue il quartetto itriano.
Scritto da Sandro Gindro “Il sogno del Maghreb” è stato il terzo appuntamento della rassegna. Si tratta di una tragedia moderna, in cui emerge la forza vitale dell’amore e l’istintiva propensione umana verso la ricerca della felicità. A ciò si frappone Satana: l’odio, intolleranza, l’invidia, la violenza del più forte sul più debole. Lo spettacolo è stato concepito come un sovrapporsi di linguaggi espressivi, musica, danza e movimento attoriale. Le parole plasmavano le azioni e le coreografie, ma nel frattempo dialogavano con la musica trovando in essa nuove energie, nuove coincidenze emotive che esplodevano senza soluzione di continuità. Patrizio Fariselli (Area open Project, membro fondatore degli Area assieme al compianto Demetrio Stratos) alle tastiere, accompagnato dal percussionista Andrea Biondi, hanno dato vita ad una partitura musicale dal sapore nordafricano.
Elementi fondanti delle proposte contenute nella rassegna sono state la diversità sociale e culturale viste quali specchi riflettenti: uno gioco biunivoco tra l’essere pubblico e l’essere attori. Tutte le nostre diversità si scontrano e si intrecciano dando vita ad un confronto stimolante e finalizzato alla riflessione.
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